Il Flash Mob Agitiamo il rosso
A Firenze questa mattina attorno alle 13 si è svolto il silenzioso Flash Mob “Agitiamo il rosso, per dire NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE”. L’evento si è tenuto nel piazzale antistante l’ “Arcispedale di Santa Maria Nuova” grazie alla realizzazione delle infermiere e degli infermieri della ASL di Firenze.
Questa data è stata scelta perché proprio il 25 novembre del 1999 l’Assemblea delle Nazioni Unite ha indetto la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“.
Anche il luogo non è casuale, anzi: gli infermieri si trovano spesso in una situazione di “frontiera”. Sono loro che fanno accoglienza a molte donne vittime di violenza; che sia in pronto soccorso oppure durante un ricovero per altri motivi sanitari, molte donne prendono confidenza e si confidano con loro.
Il flash mob agitiamo il rosso è la punta di un iceberg dove viene indicato come ogni anno i numeri di questo fenomeno siano disastrosi: sono quelli di un bollettino di guerra.
Non parlo del cosiddetto “terzo mondo” o di paesi chissà quanto distanti, parlo di casa nostra. In Italia i numeri spaventano, a volte sentiamo di più casi nella stessa giornata, a volte dagli esiti mortali mentre altre con conseguenze “apparentemente” più lievi. Le conseguenze di ogni violenza non sono mai lievi, restano una ferita profonda perennemente aperta nella mente: una mente che seppur curata può comunque portare al riaffiorare di spiacevoli ricordi e del dolore psicologico oltre quello fisico, il riacutizzarsi.
Nelle scuole inizia a esserci una educazione al rispetto, questa dovrebbe però partire dalle famiglie ed essere trasmessa di padre in figlio eradicando culture vecchie di generazioni. Il rispetto non ha età, il rispetto e l’uguaglianza si insegnano con le azioni concrete di tutti i giorni e non solamente a parole.
La scuola fornisce un’educazione, ma capita di sentire o leggere notizie in cui questo evento di Flash Mob agitiamo il rosso come ostacolato, osteggiato, visto con disinteresse dalle famiglie. In alcune famiglie ai bambini viene mostrato il contrario di quello che è stato insegnato loro a scuola, la violenza contro le donne per loro è all’ordine del giorno. Violenza che è anche solamente verbale e di atteggiamenti, ma pur sempre di un fenomeno di violenza si tratta eh!
Questo è il terzo anno del Flash Mob agitiamo il rosso, rispetto agli anni precedenti la partecipazione aumenta, la speranza è sempre più in crescita. Quest’anno si sono fermate anche alcuni passanti e dei turisti, raccogliendo l’invito alla ‘silenziosa protesta’: la solidarietà e la partecipazione morale è stata tanta!
Se da un lato direi…ben venga questa partecipazione, dall’altro mi viene da pensare…SEMPRE TROPPO POCA! E una parte di me si chiede anche…ma serve fare ancora oggi queste manifestazioni? In paesi civili come il nostro, in paesi che fanno parte delle cosiddette “grandi potenze” del pianeta…dobbiamo ricordare che la violenza sulle donne è un fenomeno che non dovrebbe esistere?!
Flash Mob agitiamo il rosso: la silenziosa protesta
Prima dell’evento alcune infermiere ‘smontanti’ dal turno hanno gonfiato dei palloncini a forma di cuore e preparato dei nastrini, tutti in color rosa e rosso.
Alle 13.10 è iniziato il minuto di silenzio del Flash Mob agitiamo il rosso per dire “NO alla violenza contro le donne”. Il personale sanitario, quello amministrativo, alcuni passanti e altri operatori dell’ospedale hanno preso in mano sciarpe, foulard, drappi o palloncini: tutti rigorosamente di colore rosso.
Inizia la 60 secondi di ‘agitazione’ silenziosa: un silenzio che fa rumore!
Al termine è stato tagliato il nastro che reggeva i palloncini legati a terra, e sono stati lasciati liberi di andare in aria, come per ‘diffondere il verbo’.
La volontà di ribadire che ovunque vadano quei palloncini rossi a forma di cuore, sono il simbolo del NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE.
Il mio servizio fotografico è stato un omaggio a queste persone che tutti i giorni combattono in prima linea e affrontano questo fenomeno!
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